Quando il Destino Colpisce: la sindrome del Primogenito Maledetto nei Romance Storici e Regency
Mentre stavo delineando i primi capitoli del mio nuovo romanzo (sì, cari lettori, qui arriva un piccolo spoiler solo per voi!), mi sono ritrovata a scrivere di un affascinante secondogenito, libertino quanto basta, che viene bruscamente richiamato all’ordine. Come mai? Ma naturalmente, perché il fratello maggiore — duca in pectore, noiosamente perfetto — muore in un tragico incidente in carrozza.
E mentre lasciavo che le parole scorressero sulla pagina, mi sono imbattuta in una discussione su Reddit che, coincidenza vuole, sembrava fatta apposta per me e che mi ha fatto sorridere molto: esiste davvero questa strana maledizione del primogenito nei romanzi storici? E, soprattutto, ha un qualche fondamento storico o è pura invenzione narrativa?
Incidenti, sempre Incidenti…
Se siete lettori abituali di romance ambientati nel XIX secolo, saprete di cosa parlo: il fratello maggiore muore quasi sempre per un incidente. Una caduta da cavallo, una battuta di caccia finita male, un duello andato storto o — il mio preferito — il fatale ribaltamento di carrozza in una notte di pioggia.
Sembra assurdo, vero? Eppure, se ci caliamo per un attimo nella realtà dell’epoca, non è poi così inverosimile. Le strade erano dissestate, le carrozze poco stabili, i cavalli imprevedibili, e i giovani gentiluomini… spesso troppo ubriachi per fare scelte prudenti. La vita aristocratica poteva essere letale, specialmente quando si annoiavano e cercavano emozioni forti.
Malattie vs. Tragedie da Trama
Tuttavia, se guardiamo alla realtà storica, i veri pericoli non erano tanto gli incidenti quanto le malattie. Tifo, tubercolosi, colera, polmonite: l’elenco è lungo e terrificante. E non risparmiava nessuno, nemmeno i più ricchi.
Ma ammettiamolo: un erede ducale che muore di “febbre intestinale” curata con salassi e oppio non ha lo stesso fascino drammatico di un fratello caduto eroicamente in battaglia o durante una battuta di caccia. La narrativa ha bisogno di pathos, di slancio, di scene madri. E un letto di morte triste, se pur realistico, spesso non basta.
L’Aspettativa di Vita? Un Mito da rivedere
Un altro punto interessante emerso nella discussione è la questione dell’aspettativa di vita. Si pensa spesso che tutti, nell’Ottocento, morissero giovani. In realtà, la mortalità infantile era altissima, ed è quella ad abbassare le medie. Ma chi superava i primi anni di vita poteva benissimo arrivare a sessant’anni (e oltre), anche senza antibiotici o vaccini.
Questo significa che, quando nei romanzi vediamo padri che muoiono a 45 anni e giovani rampolli che ereditano a 22 anni, dovremmo forse chiederci: è davvero credibile? O è solo la necessità narrativa di spingere il protagonista nel ruolo del Duca Tormentato?
Devo ammetterlo, ho usato anche io questo tropo nel mio primo romanzo della serie GLI INCORREGIBILI: “Un incorreggibile libertino e un’inguaribile romantica”, per dare al mio MMC un pò di spessore emotivo.
Un trope irresistibile nei romance d’epoca
La morte del primogenito è un tropo potentissimo: crea conflitto, trasforma un libertino irresponsabile in un uomo che deve crescere, e spalanca la strada all’amore — magari proprio con la damigella che mai avrebbe potuto avvicinare, se fosse rimasto “solo un secondo figlio”.
Come scrittrice, la capisco. Come lettrice, la amo. E come appassionata di storia… dovrei alzare un sopracciglio?
Però alla fine, è questo il bello del romance: il perfetto equilibrio tra realismo storico e licenza poetica ben dosata.
E voi?
Qual è la vostra “morte narrativa” preferita per liberare un titolo nobiliare?
Amate i ribaltamenti di carrozza, i duelli al sorgere del sole o vi intriga di più un’oscura malattia raccontata con realismo e pathos?
Scrivetemi: sono curiosa di sapere quali tropi vi fanno battere il cuore… o ridere sotto i baffi.
Con affetto
VIOLETTA AVRIL 💜
Un incorreggibile libertino e un’inguaribile romantica
Per una lettura in rosa, leggera e a lieto fine, ti segnalo una piccola emozione personale: il mio primo romanzo.
È un debutto che porto nel cuore, nato dall’amore per il romance storico e da anni di letture appassionate.
Lascio che sia tu a giudicarlo e, se vorrai condividere con me le tue impressioni, mi farà immensamente piacere ricevere una tua mail.
Ogni parere sincero è un dono prezioso, e io ne sarei profondamente onorata.
“Miss Anne Ellis è una giovane donna dall’animo romantico, nata per incantare: capelli rosso fiamma, pelle diafana e occhi verdi pieni di sogni e di speranze. Ma il suo cuore è diviso tra due uomini tanto affascinanti quanto diversi e il destino giocherà con lei per renderle le cose ancora più difficili.
Due pretendenti, un solo cuore. Chi lo farà battere più forte?“